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Mettere al centro la persona, ascoltare le giovani generazioni, prendersi cura della nostra casa comune: sono alcuni dei punti dell’impegno per l’educazione che Papa Francesco ci chiede di assumere. Le sfide da affrontare sono ancora molte, come spiegano i direttori dell’Ufficio Internazionale dell’Educazione Cattolica.

Nel 2019, Papa Francesco ha lanciato il Patto Educativo Globale invitando “al dialogo su come stiamo costruendo il futuro del pianeta e sulla necessità di investire i talenti di tutti, perché ogni cambiamento richiede un percorso educativo che porti a maturazione una nuova solidarietà universale e una società più accogliente”. A cinque anni da quel momento, l’Ufficio Internazionale dell’Educazione Cattolica (OIEC) continua il suo impegno per l’attuazione di questo documento e lavora in sinergia con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione. A tal fine, Fratel Juan Antonio Ojeda, Fratello delle Scuole Cristiane e responsabile dei progetti dell’OIEC, e Hervé Lecomte, Segretario Generale, si sono incontrati a Roma per coordinare le azioni di diffusione e costruzione del Patto a livello locale.

Secondo il fratello Juan Antonio, il Patto è un grande “ombrello” che unisce tutti e dà vita al magistero di Papa Francesco, soprattutto attraverso l’ispirazione di Evangelii gaudium, Laudato si’, Fratelli tutti e l'”Economia di Francesco”. “I sette obiettivi non sono esclusivi per le scuole cattoliche, ma anche per quelle non cattoliche”, afferma il Fratello spagnolo, che ribadisce l’importanza di promuovere una nuova realtà personale e sociale più fraterna e solidale.

Per raggiungere questi obiettivi, l’OIEC ha preparato diversi materiali informativi. Una delle proposte è una serie di vignette, elaborata insieme al caricaturista Fano, che sarà pubblicata a breve e che intende trasmettere il Patto in modo più attraente e stimolante. È prevista la diffusione in almeno cinque lingue: spagnolo, inglese, francese, italiano e portoghese. In questa iniziativa, Ojeda sostiene che bisogna mettere in gioco tutti i sensi per aiutare le persone a toccare la realtà e a capire che il Patto cambia le loro prospettive.

L’organizzazione ha anche pubblicato il libro “Construir el pacto educativo desde el territorio” (Costruire il patto educativo dal territorio), che racconta l’attuazione del Patto nel dipartimento di Norte de Santander in Colombia. Nella prefazione del libro, l’ex governatore della regione, Silvano Serrano Guerrero, scrive che il Patto “è il simbolo di un grande accordo sociale intorno a un interesse pubblico, come l’educazione, che trascende l’individuo e costruisce nuove possibilità, basate sul riconoscimento del genio collettivo che la diversità porta con sé. È la confluenza di competenze, conoscenze ed esperienze diverse al servizio della co-creazione di un’educazione migliore per la nostra gente, soprattutto per i nostri bambini, adolescenti e giovani”.

Secondo Fratel Juan Antonio Ojeda, l’esperienza di Norte “incoraggerà le scuole cattoliche a prendere l’iniziativa di convocare e promuovere questa alleanza locale e globale”. L’opera, strutturata in quindici capitoli, è stata presentata a Papa Francesco nel dicembre 2023.

Oltre a Fratel Juan Antonio Ojeda, il segretario generale dell’OIEC Hervé Lecomte, è molto soddisfatto degli incontri avuti con il Dicastero per la Cultura e l’Educazione e si impegna a rafforzare la collaborazione. “Il Dicastero è molto soddisfatto del lavoro che stiamo svolgendo. Sono progetti concreti. Il Patto educativo è il testo più forte del Pontificato di Papa Francesco e quindi dobbiamo scrivere progetti educativi in ogni scuola basati sui sette punti. Non dobbiamo immaginare altro. Dobbiamo pensare, in ogni istituto, a cosa si può fare in questo senso”, dice.

*L’OIEC (Ufficio Internazionale dell’Educazione Cattolica) ha ottenuto lo status di cattolico internazionale dalla Santa Sede e ha lo status consultivo presso le Nazioni Unite (ECOSOC, Ginevra e New York), l’UNESCO e il Consiglio d’Europa.