Il Papa: in Quaresima uscire dalla autoreferenzialità, essere “tessitori di unità”
Percorrere la vita “senza calpestare o sopraffare l’altro”, non lasciando che nessuno “rimanga indietro o si senta escluso”: è uno degli appelli contenuti nel messaggio di Francesco nel tempo di preparazione alla Pasqua, dal titolo “Camminiamo insieme nella speranza”. Nel testo il Pontefice chiama i fedeli ad accompagnare, aiutare e accogliere fratelli e sorelle in “situazioni di miseria e violenza”, nel comune viaggio “verso la casa del Padre”.
In questa Quaresima vinciamo “la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni,” ma siamo “viaggiatori migliori” nel percorso della vita, accompagnando le persone in “situazioni di miseria e di violenza”. Nel suo Messaggio per la Quaresima di quest’anno, intitolato Camminiamo insieme nella speranza, firmato il 6 febbraio 2025 a San Giovanni Laterano e diffuso oggi, Papa Francesco esorta i fedeli a confrontarsi concretamente con coloro che, nelle loro comunità, vivono in situazioni di vulnerabilità, fisica o spirituale. Il Pontefice incoraggia i cristiani a non dimenticare i loro fratelli ai margini, nel viaggio della vita “verso la stessa meta”, e ad essere “tessitori di unità” in un mondo marcato da tensioni e divisioni.
Confrontarsi con le realtà altrui
In questo Anno Santo, segnato da pellegrinaggi, il Papa richiama il cammino del popolo d’Israele verso la terra promessa, narrato nel libro dell’Esodo dell’Antico Testamento, e evidenzia come “non possiamo ricordare l’esodo biblico senza pensare a tanti fratelli e sorelle che oggi fuggono da situazioni di miseria e di violenza e vanno in cerca di una vita migliore per sé e i propri cari”.
Infatti Francesco, con un occhio sempre rivolto ai più fragili, incoraggia i cristiani a svolgere “un buon esercizio” in questo tempo di preparazione alla Pasqua, ovvero di lasciarsi interpellare dalla “realtà concreta di qualche migrante o pellegrino” per riflettere se siamo “statici” nella nostra “zona di comodità” o cerchiamo “percorsi di liberazione dalle situazioni di peccato e di mancanza di dignità”. Verifichiamo “nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi in cui lavoriamo, nelle comunità parrocchiali o religiose” – continua il Pontefice nel messaggio – se siamo “capaci di camminare con gli altri, di ascoltare, di vincere la tentazione di arroccarci nella nostra autoreferenzialità e di badare soltanto ai nostri bisogni”.
Il Vescovo di Roma infatti ci incoraggia in questa Quaresima a scoprire “che cosa Dio ci chiede per essere viaggiatori migliori verso la casa del Padre”.
Essere “tessitori d’unità” in questo tragitto
“I cristiani sono chiamati a fare strada insieme, mai come viaggiatori solitari. Lo Spirito Santo ci spinge ad uscire da noi stessi per andare verso Dio e verso i fratelli, e mai a chiuderci”, insiste il Papa.
“Camminare insieme significa essere tessitori di unità, a partire dalla comune dignità di figli di Dio; significa procedere fianco a fianco, senza calpestare o sopraffare l’altro, senza covare invidia o ipocrisia, senza lasciare che qualcuno rimanga indietro o si senta escluso. Andiamo nella stessa direzione, verso la stessa meta, ascoltandoci gli uni gli altri con amore e pazienza”.
Francesco rivolge questo invito in modo particolare ai membri della Chiesa: “Chiediamoci davanti al Signore se siamo in grado di lavorare insieme come vescovi, presbiteri, consacrati e laici, al servizio del Regno di Dio; se abbiamo un atteggiamento di accoglienza, con gesti concreti, verso coloro che si avvicinano a noi e a quanti sono lontani; se facciamo sentire le persone parte della comunità o se le teniamo ai margini”.
La speranza che ci guida
Nel suo messaggio, infine, il Papa chiede ai fedeli di compiere questo cammino credendo nella speranza “della fiducia in Dio e nella sua grande promessa, la vita eterna”, riprendendo il tema giubilare 2025 “Pellegrini di speranza”.
“Dobbiamo chiederci: ho in me la convinzione che Dio perdona i miei peccati? Oppure mi comporto come se potessi salvarmi da solo? Aspiro alla salvezza e invoco l’aiuto di Dio per accoglierla? Vivo concretamente la speranza che mi aiuta a leggere gli eventi della storia e mi spinge all’impegno per la giustizia, alla fraternità, alla cura della casa comune, facendo in modo che nessuno sia lasciato indietro?”.
La speranza “sia per noi l’orizzonte del cammino quaresimale”, scrive. “Gesù, nostro amore e nostra speranza, è risorto e vive e regna glorioso. La morte è stata trasformata in vittoria e qui sta la fede e la grande speranza dei cristiani: nella risurrezione di Cristo!”.