Appunti di viaggio dal Sud Sudan
Marzo 2019. Fr. Amilcare Boccuccia direttore esecutivo della Fondazione de La Salle Solidarietà Internazionale, discute e definisce con la ditta sudanese SAIDAR Construction Company i dettagli delle opere di urbanizzazione necessarie per avviare le attività scolastiche nel nuovo campus: montaggio di costruzioni prefabbricate, servizi igienici, fosse settiche, costruzione di una cucina e di una mensa, etc….
All’inizio del nuovo anno scolastico, proprio a marzo, si presentano 186 giovani per soli 40 posti disponibili. Nonostante esami di ammissione e prove orali, la decisione per il direttore della scuola, Fr. Joseph Alak, non è semplice.
Alla fine verranno presi 45 ragazzi. Gli altri riproveranno il prossimo anno. Pur di frequentare una scuola di qualità sono disposti anche a perdere un anno scolastico. Ognuno degli alunni che frequentano la scuola ritiene che La Salle School sia un grande onore ed una grande opportunità per voltare pagina.
Tantissime le storie di ragazzi e ragazze che vorrebbero, attraverso l’istruzione scolastica, vincere l’atavico retaggio che “la violenza sia segno di virilità e mezzo per ristabilire la giustizia”, afferma James, uno dei ragazzi che Fr. Amilcare incontra nella scuola.
Mary (nome di fantasia), 18 anni, racconta sempre a Fr. Amilcare di aver perso la maggior parte dei suoi anni scolastici perché la famiglia l’aveva costretta a lavorare nei cattle camps (campi nei quali ci si reca al pascolo con le mucche). “Spesso avvengono furti di bestiame che a volte finiscono con l’uccisione di qualcuno […] e questo provoca la catena delle vendette”. Una famiglia, la sua, che la vorrebbe sposa di un ex sacerdote di circa 50 anni e che la costringe a non tornare a scuola dopo essere rientrata a casa per un periodo di vacanza. Tenuta prigioniera, scappata una prima volta ed imprigionata una seconda, ora non può più uscire dalla scuola per paura di altri rapimenti e costrizioni. “Quando ero tornata a scuola i miei zii, genitori e cugini sono venuti in gruppo per prendermi. Le Suore non l’hanno permesso […] hanno rischiato e sono state molto forti”.
“Io sono convinta che solo l’educazione potrà lentamente cambiare questa mentalità […] Vorrei terminare la scuola e poi andare all’università. Vorrei diventare dottoressa, ma l’università costa, spero che qualcuno mi aiuti”.
Auguriamo a tutte le Mary ed i James nel mondo, soprattutto nelle aree più svantaggiate, di raggiungere il loro obiettivo e realizzare il proprio sogno:
“Forse è questo insegnare: fare in modo che a ogni lezione scocchi l’ora del risveglio”.
(Daniel Pennac)
Ref.: Testo rielaborato e modificato dall’originale pubblicato su Lasalliani in Italia (settembre 2019, pp. 17-19) a cura di Ilaria Iadeluca, direttrice della comunicazione, Istituto dei Fratelli delle Scuole Cristiane, Roma.
Segretariato di Solidarietà e Sviluppo