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A Roma, dal 22 al 24 gennaio, presso l’Università della S. Croce, che ne è anche la promotrice, si è svolto, organizzato dalla Facoltà di Comunicazione della stessa, il XIV seminario professionale per gli uffici di comunicazione della Chiesa sul tema: “Comunicazione ed evangelizzazione: contesto, atteggiamenti, esperienze”.

Ilaria Iadeluca, Giulia Giannarini e Fabio Parente, come team dell’Ufficio di Informazione e Comunicazione dell’Istituto, hanno preso parte alle tre giornate di studi e lavoro.

Nel pomeriggio di mercoledì 22 gennaio, Mons. Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione e coordinatore degli eventi del Giubileo 2025, ha inaugurato la conferenza, parlando di “favorire un dialogo aperto tra teologi, professionisti della comunicazione e operatori pastorali, sottolineando l’importanza di contesti, tecnologie e testimonianze per un’evangelizzazione efficace e innovativa”. Mons. Fisichella ha riflettuto anche sulla necessità di riconsiderare i modelli comunicativi, perché “la vera sfida di oggi è comunicare la speranza”, non mancando di precisare che le giornate di lavoro hanno coinciso con la Festa di S. Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

L’incontro ha riunito circa 600 partecipanti tra comunicatori di diocesi, conferenze episcopali, istituti religiosi, movimenti e altre realtà legate alla Chiesa. Tra i principali argomenti del seminario, spiccano le sfide poste dalla cultura digitale e dalla cosiddetta “economia dell’attenzione”, con interventi che hanno messo in risalto la necessità di adattamento della comunicazione della Chiesa ai nuovi linguaggi e media.

Il linguaggio della Chiesa

Tra le tante figure ed esperti autorevoli nell’ambito della comunicazione religiosa e non solo, troviamo P. Paul-Adrien, domenicano e youtuber, il quale ha riflettuto sul come affrontare oggi, nell’ottica di una moderna comunicazione, problemi nascosti in passato; Don Fabio Rosini, giovane sacerdote teologo ed autore di spiritualità che con un linguaggio molto semplice ed accattivante ha catturato l’attenzione dei presenti indagando le moderne prassi comunicative e quanto sia importante che il linguaggio della Chiesa si evolva per arrivare ai giovani.

Lodevoli anche le masterclasses e le diverse sessioni parallele di approfondimento, pensate come una valida offerta di molteplici tematiche tra le quali scegliere per rafforzare, scandagliare ed esaminare conoscenze e curiosità. Si è così passati dal tema Come convertire una storia di fede in un video di qualità, a cura di Juan Martin Ezratty (produttore e CEO di ‘Digito Identidad Visual’) ad un’analisi sul tema: Sacerdoti e religiosi in internet: cosa fare e non fare, a cura di P. José Enrique García Rizo (comunicatore dei missionari clarettiani) e Juan Narbona (docente di comunicazione digitale). Fondamentale in entrambi i casi discernere l’approccio istituzionale ai social media rispetto ad uno personale se non addirittura intimo che non devono essere confusi e sovrapposti.

D. Luca Peyron e Giovanni Tridente, in una delle ultime sessioni del pomeriggio conclusivo, hanno invece analizzato i rischi e le opportunità dell’intelligenza artificiale.

Tra gli eventi speciali a cui sono stati ammessi anche alcuni giornalisti, venerdì 24 gennaio nell’aula magna ‘Giovanni Paolo II’, va menzionata la presentazione e proiezione di alcune scene del musical “Bernadette de Lourdes”, accompagnata da un incontro con i produttori e attori.

A conclusione dell’evento non si può non ricordare l’intervento del Papa, il quale in Aula Paolo VI, sabato 25 gennaio, in occasione del discorso ai partecipanti al Giubileo della Comunicazione, ha sottolineato come “comunicare sia uscire un po’ da sé stessi per dare del mio all’altro. E la comunicazione non solo è l’uscita, ma anche l’incontro con l’altro. Saper comunicare è una grande saggezza!”. Si è inoltre definito contento di questo Giubileo dei comunicatori, perché “il vostro lavoro (di comunicatori) è un lavoro che costruisce: costruisce la società, costruisce la Chiesa, fa andare avanti tutti, a patto che sia vero”.

Foto: Pontificia Università della Santa Croce