E’ iniziato lunedì 13 novembre nella città di Abidjan, in Costa d’Avorio, l’incontro della Regione Lasalliana dell’Africa-Madagascar (RELAF) con il Fratello Superiore Generale e il suo Consiglio, e la partecipazione di 32 Fratelli delle Scuole Cristiane e di cinque collaboratori laici lasalliani.
“È con grande gioia che vi diamo il benvenuto nella terra di Éburnie“, ha detto Fratel Valère Adonsou all’inizio dell’incontro, a nome dell’équipe regionale. “Benvenuti ad Abidjan, la Perla delle Lagune, la capitale economica della Costa d’Avorio,
Akwaba, benvenuti!
La gioia dell’incontro
“Il nome della città di Abidjan si riferisce al popolo che vi abitava, i Bidjan. Da qui Abidjan: ‘la terra dei Bidjan‘“, ha raccontato Frère Valère, riferendosi anche a una leggenda sulle origini della città: “Alcuni europei, cercando la loro strada, si imbatterono in una donna che tagliava le foglie da un albero. Gli europei chiesero alla donna il nome del luogo in cui si trovavano. Non capendo la loro lingua, la donna pensò che volessero sapere cosa stesse facendo lì. La sua risposta, semplice e ovvia, fu: min-tchan m’bidjan, che in Ebyreano significa “taglio le foglie”. Così i suoi interlocutori hanno scelto la parola Abidjan.
“Ci sentiamo incoraggiati e siamo convinti che il nostro incontro sarà ricco di comprensione, di illuminazione reciproca e di orientamenti fruttuosi”, ha aggiunto Fr. Valère, ricordando che l’origine della presenza lasalliana in Costa d’Avorio, 45 anni fa, è legata anche “a un fortunato incontro tra il vescovo di Daloa, Mons. Pierre-Marie Coty, e il nostro Superiore Generale” — all’epoca Fr. José Pablo Basterrechea.
Presenza lasalliana in Africa-Madagascar
Attualmente la Missione Lasalliana nel continente africano comprende 20 Paesi tra i quali “ci sono differenze significative da un Paese all’altro, da un gruppo di Paesi all’altro”. 81 comunità lasalliane nella Regione gestiscono 107 opere educative che servono più di 78.000 studenti. Questa missione è guidata da 430 Fratelli insieme a 5.194 insegnanti, tutti “impegnati in un’educazione di qualità, basata sull’opzione preferenziale per i poveri, sull’evangelizzazione e sulla promozione della giustizia”.
Allo stesso modo, nelle case di formazione dei Fratelli delle Scuole Cristiane in Africa e Madagascar — alcune di lingua inglese e altre di lingua francese — si stanno formando 69 postulanti, 40 novizi e 85 scolastici.
Realtà, sfide e opportunità
Perché un gruppo rappresentativo della RELAF si incontra con il Fratello Superiore Generale e il suo Consiglio? “L’obiettivo è quello di avvicinarsi alla base, di incontrare i lasalliani dove svolgono quotidianamente la missione educativa, di conoscere le realtà di prima mano”, ha osservato Fratel Anatole Diretenadji, membro del Consiglio Generale, all’apertura delle sessioni.
Il religioso africano ha anche affermato che “è un’occasione ideale per incontrare i lasalliani e vedere come svolgono la loro missione sul campo”, in modo che “i dialoghi di gruppo e le plenarie che avremo ci aiuteranno a capire non solo le sfide ma anche le opportunità legate alla vita della missione nei Distretti e nella Delegazione”.
All’incontro, che durerà fino a venerdì 17 novembre, partecipano i Fratelli Visitatori, i Visitatori Ausiliari, gli Economi e i responsabili della Missione Educativa Lasalliana (MEL) della Delegazione del Ruanda — che dipende direttamente dall’Istituto — e dei cinque Distretti del continente: Distretto dell’Africa Centrale (DAC), che comprende Camerun, Guinea Equatoriale e Ciad; Distretto del Madagascar; Distretto del Congo-Kinshasa; Distretto dell’Africa Occidentale (DILAO), che comprende Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea-Conakry, Niger e Togo; e il Distretto del Lwanga, che comprende Eritrea, Etiopia, Kenya, Mozambico, Nigeria, Sudafrica e Sud Sudan.
“Questo incontro è un’opportunità per continuare le conversazioni lasalliane iniziate dal Consiglio Generale più di un anno fa, per camminare insieme, in uno spirito di sinodalità, come ci insegna la Chiesa, al fine di rafforzare la collaborazione tra la RELAF e l’Istituto”, ha concluso Fr. Anatole.